Catarra e Cretarola a giudizio

TERAMO – Il presidente della Provincia, Valter Catarra, sarò processato il prossimo 6 maggio per le contestazioni che la procura di Teramo gli muove nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del fondo Sociale Europeo (Fse) attraverso la società in house Teramo Lavoro. Lo ha deciso oggi il giudice dell’udienza preliminare domenico Canosa, che doveva pronunciarsi sul rinvio a giudizio del presidente sulla base della richiesta del pubblico ministero Stefano Giovagnoni. Con Catarra compariranno davanti ai giudici del tribunale di Teramo anche l’ex amministratore unico della in house, Venanzio Cretarola e il direttore del personale della stessa società, Salvatore La Gatta, dallo scorso mese di maggio sindaco di Bussi sul Tirino. I capi di imputazione sono diversi per i tre: tutti devono rispondere di abuso d’ufficio, Catarra anche di truffa e falso, Cretarola ure di peculato. Il processo si svolgerà con la novità giuridica, almeno per un caso giudiziario locale, di una parte civile rappresentata da un privato cittadino al posto di un Ente. Si tratta di Antonio Di Giammartino, che stamattina in apertura di udienza preliminare ha presentato la sua costituzione di parte civile attraverso il suo legale Tommaso Navarra, in sostituzione dell’Ente Provincia i cui amministratori hanno ritenuto di non fare. Il gip Domenico Canosa ha accolto la richiesta dopo la sospensione dell’udienza per la valutazione.

In serata sulla vicenda è intervenuto il presidente della Provincia: "Un risultato scontato, viste le premesse – Ha dichiarato Catarra -. L’unica cosa di cui mi rammarico davvero è che dovrò aspettare a lungo prima di potermi difendere, prima di poter rendere noti tutti quegli elementi che oggi non possono essere valutati. E quando questo accadrà, dopo che saranno state distrutte vite e reputazioni, probabilmente, non interesserà più nulla a nessuno. Questa mattina – ha proseguito il presidente della Provincia di Teramo -, il mio avvocato ha puntualmente e doviziosamente contestato le accuse che mi vengono mosse e l’unica cosa che mi conforta è sapere che esistono leggi e giurisprudenza che sostengono la mia versione della storia. Ora non mi resta che aspettare ma non lo faro’ con le mani in mano: ho il dovere di ricostruire con estrema precisione i fatti non solo per me ma anche per l’ente che i cittadini mi hanno chiamato ad amministrare".